giovedì 15 aprile 2010

Salone del Mobile 2010 - Dichiarazione di Fosco Loiti Celant sull'azione del 14-04-2010

La sera del concerto organizzato da Interni Think Tank, nei cortili dell'Università Statale di Milano, è stato distribuito il flyer che vedete qua sotto, che invitava il pubblico ad attaccare adesivi sull'installazione preferita, e a ritirare successivamente un gadget presso vari stand dei cortili. Si è trattato di un'iniziativa organizzata dalla rete interfacoltà dei collettivi universitari di Milano insieme con l'artista emergente Fosco Loiti Celant. Stamattina è arrivata la rivendicazione di Loiti Celant:

Ricerca libera, saperi condivisi.
Il nostro futuro non vi compete!

Il 14 aprile 2010 ho promosso un'azione di pubblica votazione sulle installazioni presenti alla mostra Interni Think Tank nei giardini dell'Università statale, uno degli eventi più attesi delle giornate del Salone del mobile di Milano.

Come in altre occasioni, la mia intenzione è stata quella di attirare l'attenzione su un importante problema sociale, in questo caso la strisciante privatizzazione a cui è sottoposto il sistema universitario italiano negli ultimi vent'anni. Di fronte allo smantellamento del welfare tradizionale e al crescente ridimensionamento del finanziamento pubblico, gli atenei stanno infatti da tempo sperimentando (seguendo le lineee guida del cosiddetto “Processo di Bologna”) da un lato il ricorso al finanziamento privato, dall'altro l'aumento vertiginoso delle tasse studentesche. Insieme all'ingresso delle aziende private nell'università (che porta con sé una mentalità orientata all'interesse, alla competizione e al profitto), abbiamo quindi un'insostenibile pressione economica sugli studenti e le loro famiglie. La combinazione di questi due fattori sta producendo uno dei più massicci attacchi al diritto allo studio che si sia mai visto in Italia.

Partendo dall'esempio dell'iniziativa di Interni (una rivista del gruppo Mondadori) e della retorica sullo “sviluppo sostenibile” che caratterizza questa edizione del salone, ho voluto indicare la logica predatoria e sfruttatrice del cosiddetto “capitalismo cognitivo”, che

funziona sul saccheggio delle pratiche sociali e della creatività giovanile, e che in cambio dei profitti conseguiti dalle aziende restituisce agli studenti solo disagio, precarietà e subordinazione. Ho sintetizzato questo atteggiamento nello slogan “Ricerchiamo le tue competenze, scegliamo il tuo futuro”, che riassume i metodi e gli obbiettivi dell'aziendalismo mediale (e non solo mediale). La libertà di ricerca, la condivisione dei saperi, il carattere pubblico e gratuito dell'istruzione, non possono essere separati dall'autodeterminazione dei soggetti protagonisti dei processi di conoscenza e delle pratiche sociali. Partire dai propri desideri per arrivare a recuperare le relazioni tra i singoli è un elemento fondamentale dei processi cognitivi, e si deve basare sull’utilizzo della conoscenza e dei processi comunicativi di cui tutti deteniamo i mezzi di produzione.

Come soggettività, sono consapevole che la mia esistenza e il mio lavoro dipendono dalla ricchezza delle relazioni che mi definiscono e dall'autogestione che queste relazioni mi consentono.

Io sono un artista qualunque, un essere umano qualunque, una singolarità qualunque. L’azione del 14 aprile è un altro passo verso il riaccendersi del conflitto sociale.




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